venerdì 23 novembre 2012

Le future mamme mi fanno paura

Si, lo so. Avrei dovuto essere più costante, ma non ci sono riuscita. O meglio sono stata in grado di non aggiornare queste pagine per quasi un anno. In questo periodo di tempo sono accadute diverse cose: mi sono sposata e il 15 agosto, tre giorni prima del mio 30esimo compleanno, ho scoperto di essere incinta.
Il giorno delle nozze l'8 settembre, insomma, avevo una virgola nella pancia e da allora è cominciata la nostra avventura.

Ora, poiché io sono un tantinello ansiosa, ho interrogato chiunque potesse darmi una risposta sul periodo della gravidanza: le mie amiche che già ci sono passate, mia mamma, mia suocera e gli immancabili gruppi sui forum.
Da lì ho scoperto che le future mamme mi fanno paura. Non credo proprio di rientrare in questa categoria sociologica se non che, come loro, sono accomunata da una pancia crescente, vomito, nausee e altri fastidi facilmente risolvibili.
Innanzitutto, almeno per quella che è la mia finora breve esperienza in fatto "del magico mondo della gravidanza", quando una donna scopre di essere incinta impazzisce. Non soltanto per la gioia, ma anche per il rincretinirsi dato dalla nuova condizione. Improvvisamente non conta più niente della vita reale, si pensa solo al bambino e per ogni minima cosa, dall'unghia incarnita al giallo sui denti, si chiede aiuto alle amiche virtuali.

Sì, perché le future mamme sono una potenza sul web. Fanno comunella e soprattutto sono libere di sfogare frustrazioni e dubbi che nella vita reale verrebbero liquidati con un bel "ma vaffa...., tesoro". La storiella più bella che ho letto è stata di una a cui inavvertitamente è schizzata una goccia di acqua calda sulla panza mentre stava scolando le patate: "avrà fatto male al bambino???" chiedeva terrorizzata.
Detto tra noi, bella, il bambino sta meglio di me e di te messe insieme. I nani inglobati nel nostro utero non fanno niente tutto il giorno, dormono la maggior parte del tempo, ruotano su se stessi e la massima fatica è imparare a succhiarsi il pollice. Sono protetti là dentro più che nel mondo esterno e, a meno che tu non decida di spiaccicarti volontariamente per terra di pancia per vedere se rimbalzi, è molto improbabile che una minuscola gocciolina d'acqua possa provocare danni gravi al nano.

Non sopporto che le giovani d'oggi, informate, acculturate e intelligenti si facciano prendere dal panico per un nonnulla. Insomma, ok, sei incinta, ma il mondo, soprattutto il tuo, mica si ferma. Ci sono ancora tante cose che puoi fare, tipo cominciare a ragionare e a non considerarti come un'invalida. La gravidanza è un periodo particolare della vita di una donna, ma non può essere l'unico argomento di conversazione con le amiche, col marito/compagno/fidanzato, con il secchio dell'immondizia o con il cane corso della vicina.
Perciò, care amiche di panza, un consiglio non richiesto: smettetela con le pippe mentali e uscite fuori. Sì, perché sebbene il 21 dicembre sia vicino, il mondo non è ancora finito.

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