martedì 18 giugno 2013

La sincerità (non quella di Arisa)


Sono contenta di non essere sola. Il post di ieri, che è stato pubblicato anche sul blog Italians di Beppe Severgnini, mi ha dato la possibilità di ricevere alcune mail di persone che si trovano nel mio stesso stato. Rivogliono la passione di un mestiere che hanno sempre sognato (e che sanno fare). Come me.

Mi sono interrogata spesso, soprattutto da quando sono diventata mamma, se sia giusto inseguire ancora i propri sogni oppure lasciarli perdere e perseguire una strada forse meno attraente, ma più sicura.
Questo blog si chiama noalpostofisso perché quando l'ho aperto, un paio di anni fa, credevo veramente in quello che dicevo. Non che oggi non ci creda più, però sono forse meno categorica.
Con ciò non significa che smetterò di fare ciò che sto facendo, o per lo meno di provarci, ma che voglio cambiare vita, buttarmi in altre cose, idee, progetti che partono da me e che spero possano dare i loro frutti.  Dovrò armarmi di pazienza, io che non ce l'ho mai avuta.
Tra poco cambieremo casa e forse città. E sebbene abbia molta paura credo sia giunto il momento di diventare grande. Anche se sono mamma, infatti, mi sento ancora molto figlia e forse dipendo troppo dagli altri. Ora è mia figlia che dipende da me e ha bisogno di una madre più sicura di sè e serena.
Ora è qui accanto a me mentre scrivo e mi sorride. E io mi chiedo come sia possibile che voglia bene ad una persona come me, insicura, piena di dubbi, troppo appunto (lei stessa) bambina. Forse è anche per questo che ho scelto un lavoro come freelance: perché mi piace confrontarmi con il mondo stando a casa mia, perchè magari temo che questo mondo mi mangi.
Lo so: pensieri stupidi, ma in questo angolo di rete che mi sono costruita e che per pigrizia avevo abbandonato, è giusto essere sinceri. 

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